In questo articolo vi porto con me in un weekend tra matrimoni in baita. Pronti?

Sono fortunato perché il mio lavoro mi permette di viaggiare e visitare spesso posti nuovi. Mi ritrovo così in antichi castelli, borghi ricchi di storie, ville maestose e agriturismi da favola…Si, sono davvero fortunato.
Piccola premessa
Qualche anno fa ho conosciuto la wedding designer Claudia Antolini tramite un’amica in comune durante un open day in villa (per chi non sapesse di cosa sto parlando, sono giornate a porte aperte dove diversi professionisti si presentano alle future coppie di sposi). La sintonia tra noi è stata subito molto forte, perciò abbiamo iniziato a collaborare da li a poco. Il racconto che segue è pressappoco il resoconto di tre giorni insieme a lei per l’allestimento di due matrimoni.

La partenza
Sono partito da casa subito dopo il pranzo di un venerdì di luglio per raggiungere Claudia in un Hotel a Funes. Lei aveva già allestito chiesa e tavoli per un matrimonio insieme ad un altro team. Io dovevo occuparmi di portare diversi materiali e fiori dal suo magazzino al piccolo bungalow dove avremmo alloggiato le successive notti. Non proprio piccolo per la verità: una casetta tutta in legno, con gigantesche vetrate, un terrazzo con vista bosco, due bagni, insomma più grande del mio appartamento e veramente un sogno! Mentre aspettavo la mia compagna di avventure sono andato a fare la spesa per preparare qualcosa di buono per passare una serata in pieno relax dopo un pomeriggio passato in macchina io e ad allestire lei.
Sabato in cabinovia
Il giorno seguente partiamo presto, direzione alta montagna, per il primo allestimento. Il cielo coperto di nuvoloni grigi non prometteva nulla di buono, infatti ha piovuto per gran parte della giornata. Per fortuna il Rifugio Col Pradat in Alta Badia è veramente immenso, meraviglioso. Per portare tutti i materiali abbiamo caricato diverse cabine della cabinovia, è stato assurdo e molto divertente correre contro il tempo per caricare tutto prima che le porte si chiudessero. Arrivati in cima, l’intero edificio, in perfetto stile sudtirolese, era caldo e accogliente, tutto in legno con richiami bianchi e rossi, nella mia immaginazione del tutto simile a come dovrebbe essere la casa di Babbo Natale. La cucina era deliziosa, non ricordo esattamente con cosa abbiamo pranzato ma lo strudel di mele con la crema per merenda, quello si che me lo ricordo benissimo.

Il matrimonio indonesiano
Gli ospiti, circa una cinquantina, sono arrivati a metà pomeriggio. Ad attenderli sotto la tettoia, comode seggioline con calde coperte bianche e rosse (i due colori del rifugio) a formare una piccola navata. Subito dopo, un grande arco di fiori appoggiato a terra era il protagonista insieme a sposi e officiante. Un rito simbolico dai colori sgargianti voluti dalla sposa per richiamare le sue origini: gigli rosa, girasoli, rose blue e gerbere arancio. Veramente tanto colore ma vi assicuro che il bouquet, composto con gli stessi colori, tra le mani della sposa stava divinamente.
Se il cielo fosse stato più clemente la cerimonia si sarebbe svolta su un punto panoramico in mezzo al verde, tutta un’altra atmosfera quindi, ma il risultato è stato comunque fantastico e la pioggia a reso il momento molto solenne e raccolto.


La festa nel rifugio
Dopo un veloce aperitivo la festa è proseguita all’ interno della struttura, con una cena nella sala più grande del rifugio. Tavoli rettangolari per 5/6 ospiti ciascuno, mise en place semplice e centrotavola composti da piccoli bouquet di fiori colorati dentro vasi dorati e alte candele, anchesse molto colorate, su candelabri oro antico.
L’atmosfera era molto accolgiente ma anche elegante, un giusto mix. Camino acceso e grandi vetrate alle spalle degli sposi erano sicuramente quel tocco in più che rendeva tutto più magico.
Della festa la parte più spettacolare per me è stata l’esibizione di due ballerine indonesiane con costumi e passi tipici della loro terra. Meravigliose. Avevamo allestito una zona proprio per i balli, con una grande band, illuminandola con metri e metri di luci led che scendevano dal soffitto. Tutto era veramente molto festoso.
Per il taglio torta siamo riusciti a tornare in terrazzo, la pioggia aveva smesso di scendere da un po’. Su un grande tavolo di legno grezzo abbiamo allestito la torta tra fiori e candele, come scenografia per gli sposi è stato più che sufficiente il panorama pazzesco che si poteva godere da lassù, abbiamo giusto aggiunto qualche luce per rendere tutto più romantico.
Domenica al Burz
Domenica dopo un bel sonno ristoratore ci siamo fatti un nuovo giro su in montagna, questa volta ad Arabba. Lo scenario era molto diverso, la quota era decisamente inferiore all’Alta Badia, il panorama più verde e il Burz è un rifugio completamente diverso rispetto al precedente: moderno e spazioso. Non fraintendetemi, sono due strutture meravigliose, entrambe con staff e cucine strepitose, ma non potrebbero essere più diverse l’una dall’altra.

Rami di pino e fiori di legno
Questa volta è stato un fuori strada ad accompagnarci su per la montagna, un giro mozzafiato.
Arrivati abbiamo iniziato subito ad allestire la cerimonia per il rito nel patio esterno. Grandi panchine in legno decorate con rami di pino e fiori fatti di legno per un matrimonio alternativo.
Al limitare dalla struttura abbiamo montato un arco in metallo rivestito poi da verdi e fiori, come se fosse la cornice per immortalare le montagne dall’altra parte della valle. Come potete vedere dalla foto, il cielo si è oscurato velocemente anche quel giorno ma non è piovuto.
Preparata la zona per la cerimonia io e Claudia ci siamo fatti diversi giri sulla funivia per poter decorare i seggiolini dedicati alla sposa, vederla salire da sola è stato forse uno dei momenti più indimenticabili di quelle giornate.
Insieme agli sposi, gli altri protagonisti della giornata sono stati i loro due cagnoloni: due labrador se non ricordo male, lei con un fiocchetto rosso mentre lui con un papillon nero al collo.

La cena
Dopo un grande aperitivo all’aperto (il tempo era decisamente migliorato a quel punto) la cena si è svolta nella sala interna. Un lungo tavolo a ferro di cavallo allestito con tanti piccoli cuoricini rossi, fette di albero, candele, rami di pino e fiori (sempre di legno).
Per il taglio della torta abbiamo allestito un’altra sala, dove un gigantesco camino faceva da padrone. Lo abbiamo decorato e acceso rendendolo veramente unico. La torta appoggiata su un letto di rami di pino era strepitosa, peccato non avere nessuna foto da mostrarvi!

Il lunedì lo abbiamo passato a recuperare tutti i materiali dai due rifugi, poi sono corso in palestra a Guastalla per la lezione di zumba delle 19:10… Insomma quattro giorni no stop, ma tornassi indietro lo rifarei altre 1000 volte.
Ringrazio la wedding planner e designer Jlenia Costner che è riuscita a formare due bellissime squadre di professionisti e ci ha coordinati al meglio per realizzare il sogno di entrambe le coppie!
Spero che anche questo racconto vi sia piaciuto, qui sotto vi lascio una parete verde del rifugio Col Pradat, io la trovo bellissima!
Al prossimo articolo,
J

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